Napoleone. Un omaggio

9 ottobre 2021 – 9 gennaio 2022

Il 17 ottobre 1797 Napoleone firmò a Villa Manin, residenza di campagna di Lodovico IV Manin, ultimo doge di Venezia, il Trattato di Campoformido che concludeva la guerra con l’Austria, consegnava i territori della Repubblica di Venezia agli Asburgo e metteva così fine alla secolare indipendenza della Serenissima.

Nel bicentenario della morte del conquistatore, Villa Manin, sede del suo più lungo soggiorno italiano, gli dedica una mostra omaggio.

Fin dalle prime battaglie della campagna d’Italia il giovane generale coltivò il proprio mito attraverso le opere di artisti che trasfigurarono i suoi lineamenti e la sua esile figura in un quella di un novello Cesare, mentre i suoi detrattori ne rivisitarono l’immagine attraverso rappresentazioni demitizzanti o la deformarono in vignette satiriche.

Pur nelle dimensioni contenute, l’esposizione di Villa Manin permetterà di cogliere fino a che punto Napoleone abbia polarizzato i giudizi di adulatori e denigratori e di ammirare le opere in cui hanno trovato espressione punti di vista visceralmente diversi.

Villa Manin ricorda i duecento anni dalla morte di Napoleone Bonaparte, il 5 maggio 1821 sulla sperduta isola di Sant’Elena.
La storia di Villa Manin è intimamente legata agli inizi dell’epopea napoleonica. Qui il giovane generale prese dimora dal 27 agosto al 22 ottobre 1797, in occasione delle conferenze che portarono alla firma, il 17 ottobre 1797, del Trattato di Campoformido.
Già durante quella prima vittoriosa campagna militare gli artisti contribuirono a consegnare al mito la parabola storica di Napoleone. Da allora il generale si servì di opere d’arte per esaltare le proprie imprese.
Nei ritratti celebrativi i lineamenti del condottiero furono trasfigurati in quelli di un novello Cesare. Alcuni dei busti presenti in mostra lo immortalano con le sembianze di un imperatore romano, mentre Antonio Canova ne idealizza i tratti al punto da elevarlo a divinità olimpica nel suo Napoleone come Marte pacificatore.
Come avviene per le figure più ingombranti della storia, il mito si espresse anche nell’anti-mito. L’immagine di Napoleone fu deformata e ridicolizzata in una serie di caricature francesi, inglesi e tedesche che prendevano di mira la smisurata ambizione di Bonaparte e il carattere sanguinario delle sue imprese.

Egli fu l’uomo più amato e più odiato del suo tempo. L’esposizione permette di cogliere fino a che punto Napoleone abbia polarizzato i giudizi di adulatori e denigratori e di ammirare le opere in cui hanno trovato espressione punti di vista visceralmente diversi.
Il percorso si conclude con tre maschere mortuarie ottenute dal calco del volto di Napoleone dopo la sua morte. La storia della realizzazione delle maschere è ancor oggi oggetto di controversie, ma i tre calchi, provenienti da collezioni museali, rappresentano una testimonianza eloquente di come il mito di Napoleone si sia perpetuato in oggetti che assunsero valore sacrale per i loro proprietari.

Ritratto di Napoleone di Francesco Pescatori

ORARI APERTURA

Martedì > Domenica

10:30 – 13:00 / 13:30 – 18:30

APERTURA STRAORDINARIA

Lunedì 1 novembre

PERIODO NATALIZIO

Dal 24 dicembre al 6 gennaio dalle 10:00 alle 18:30
24 e 31 dicembre chiusura alle 16:00
Chiuso 25 dicembre e 1 gennaio

Biglietto € 3,00