Dalle Guerre Mondiali alla rinascita culturale

Nel corso del Novecento Villa Manin ha risentito inevitabilmente delle vicende belliche e particolarmente durante la Prima guerra mondiale la vicinanza della villa al fronte la ha resa molto vulnerabile.

Villa Manin al tempo di Caporetto e della Prima Guerra Mondiale

In particolare dopo la disastrosa disfatta di Caporetto Villa Manin fu attraversata dalle truppe in ritirata. La villa si trovò inoltre nel teatro di guerra durante la Battaglia di Codroipo, che il 30 ottobre del 1917 vide oltre 300 mila soldati italiani difendersi da quattro divisioni tedesche.
Già adibita a ospedale militare e come tale visitata da Vittorio Emanuele III, in seguito all’arretramento del fronte fino al Piave fu scelta come sede degli stati maggiori dell’imperatore Carlo I per gli Asburgo e del Kaiser Guglielmo II per gli Hohenzollern di Prussia.

La Seconda Guerra Mondiale: un rifugio per le opere d'arte

La villa trova una sua nuova funzione tra il 1940 e il 1943, durante il secondo conflitto mondiale: la posizione isolata e le ampie sale inducono la Soprintendenza a sceglierla come luogo di come ricovero temporaneo di opere d’arte provenienti dal Friuli e dall’Istria. La villa viene successivamente occupata dalle truppe tedesche. Nel frattempo, nel territorio circostante, si accende la lotta partigiana magistralmente descritta nel romanzo Il Ghebo di Elio Bartolini. I suoi protagonisti utilizzano come base per le loro azioni militari proprio la Cartiera di Passariano, a pochi chilometri di distanza dalla villa. A guerra conclusa, viene occupata dalle truppe alleate.
Villa Manin rifugio delle opere d'arte

Declino e rinascita

Nel corso del Novecento i contrasti familiari, il progressivo dissolvimento della grande proprietà fondiaria, gli altissimi costi di mantenimento del parco e dell’edificio, a più riprese oggetto di saccheggi da parte delle truppe e della popolazione portano la villa a un lento ma inesorabile declino.
Nel 1961 per salvaguardare la villa interviene il Ministero della Pubblica istruzione che impone l’esproprio del complesso a favore dell’Ente Ville Venete che ne cura il restauro.
Nel 1969 la villa passa nelle mani della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia che acquista gli 8500 mq degli immobili e i 18 ettari del parco e la apre al pubblico in occasione della celebre mostra dedicata a Giovanbattista Tiepolo del 1971.
Villa Manin è così oltre, oltre che una straordinaria architettura e testimonianza di secoli di storia, una celebre sede espositiva e di attività culturali in genere.
Il parco della villa è accessibile gratuitamente.

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Villa Manin oggi