Il tempo dei fotografi

“Fotografare significa mettere sulla stessa linea di mira la testa, l’occhio e il cuore”: forse in questa celebre frase di Henri Cartier-Bresson si cela la migliore descrizione del gruppo dei Fotografi del Friuli Venezia Giulia, le cui opere saranno esposte in una grande mostra nell’Esedra di Villa Manin di Passariano (Udine) dal 27 settembre sotto il significativo titolo “IL TEMPO DEI FOTOGRAFI”.

La “testa” è infatti data dalle molte spiccate personalità riunite in questo originale collettivo (organizzato, ma curiosamente non strutturato da regole o definizioni formali), tra le più vivaci e riconosciute nei vari campi di quest’arte: fotografia di ricerca, reportage, studio accademico, scatti fine-art, documentazione storica, industriale e urbanistica, editoria e pubblicità. L’ “occhio” è la pluralità di punti di vista offerti dai Fotografi in questi scatti creativi, che documentano cinque anni di progetti tematici condivisi per leggere con la massima libertà la situazione di un particolare segmento dell’espressività artistica contemporanea. Infine il “cuore” è la variegata sensibilità che le immagini restituiscono dei loro autori, ciascuno impegnato ad affrontare di volta in volta il tema scelto, secondo il proprio linguaggio, le proprie scelte formali, le tecniche abituali.

Il momento dunque è apparso favorevole per esporre in un unico percorso, per la prima volta tutte insieme, le oltre 90 opere prodotte da questo gruppo di artisti, cresciuto negli anni fino a comprendere i nomi di Mattia Balsamini, Valentina Brunello, Monika Bulaj, Guido Cecere, Walter Criscuoli, Massimo Crivellari, Sergio Culot, Ulderica Da Pozzo, Maurizio Frullani, Cesare Genuzio, Fabio Giacuzzo, Fabrizio Giraldi, Arnaldo Grundner, Daniele Indrigo, Lorella Klun, Roberto Kusterle, Luca Laureati, Pierpaolo Mittica, Mauro Paviotti, Adriano Perini, Fabio Rinaldi, Giancarlo Rupolo, Mario Sillani Djerrahian, Sergio Scabar, Enzo Tedeschi e Stefano Tubaro.

La loro ricerca era iniziata nel 2010 con una trilogia che voleva esplorare i “fondamentali” del loro mezzo espressivo: “Fotografare la Fotografia” (2010), “Fotografare la Luce” (2011) e “Fotografare il Tempo” (2012), per proseguire poi verso uno spunto condiviso con il Museo dell’Occhiale di Pieve di Cadore (Belluno) sul tema “Vedere meglio” (2013), ed approdare quindi agli esiti più recenti dal titolo “Immagine riflessa” (2014). Stima, affiatamento e confidenza reciproca sono infine l’ultimo, ma non meno importante, fil-rouge che intreccia queste diverse figure ed esperienze artistiche, capace di far emergere un’incredibile varietà di interpretazioni: si passa infatti dal colore al bianconero, dagli scatti rubati in aree del mondo quasi inaccessibili, seguendo le orme degli autori di reportage, all’immediatezza della street-photography, dalla documentazione di un paesaggio naturale, urbano o industriale al ritratto d’autore fino all’incanto estetico della fotografia d’arte o della staged-photography.

La mostra di Passariano, promossa dalla Regione Friuli Venezia Giulia attraverso l’Azienda Speciale Villa Manin, resterà aperta negli ampi spazi dell’Esedra di Levante fino al 9 novembre (ingresso libero) e sarà accompagnata da un importante catalogo pubblicato da Punto Marte editore, con le note critiche del giornalista e storico della fotografia Fabio Amodeo.